COSA MI HA INSEGNATO LA QUARANTENA

Cosa mi ha insegnato la Quarantena:
– Che posso fare a meno della TV spazzatura del calcio, dei programmi dove si urla, si litiga e non ti lasciano niente.
Ma non posso più fare a meno di un’oretta dedicata a me stessa da trascorrere in compagnia di un libro.
– Che i miei figli possono fare a meno della scuola ma non possono fare a meno dei pilastri che la sorreggono con sacrificio e vocazione e cioè gli insegnanti.
– Che posso fare a meno del lavoro in più, delle riunioni inconcludenti, degli straordinari, delle scadenze che ti risucchiano.
Ma non posso più fare a meno del tempo, quello con la T maiuscola, quello che nessuno mi restituirà, quello del “qui ed ora” , trascorso con i miei figli a fare i compiti, a impastare la pizza e la pasta di sale per fare i lavoretti, a giocare a carte, scarabeo e pallavolo, quel tempo fatto dei colori rossi del tramonto trascorso ad annaffiare le piante e giocare con i cani, quel tempo di coccole sul divano a guardare i films senza l’ansia della sveglia del mattino.
Per non parlare degli aperitivi in compagnia di mio marito trascorsi a ricordare gli inizi della nostra storia o al parlare del più e del meno.
– Che posso fare a meno di qualche ministro e anche ministero.
Ma non posso fare a meno degli infermieri, dei dottori e degli psicologi.
– Che posso fare a meno del traffico e delle lunghe code sul raccordo.
Ma non posso più fare a meno delle mie passeggiate all’aria aperta apprezzando la libertà finora data per scontata.
– Che il cellulare è il pc sono utili, nella loro funzione originaria di poter accorciare le distanze tra le persone.
Ma non possono sostituire gli abbracci, le carezze, i baci e le pacche sulle spalle di amici e parenti.
– Che le persone sottoposte ad una emergenza sono più portate a socializzare tra di loro.
Non possiamo fare a meno della solidarietà perchè nessuno si salva da solo. La salvezza è un’esperienza collettiva.
– Che posso fare a meno della velocità.
Ma non posso fare più a meno di rallentare per riscoprire il mondo intorno a me.
– Che non appena l’uomo si ritira un po’, sta fermo, la natura si riprende i suoi spazi, che l’abitare viene prima del costruire e noi siamo solo dei semplici ospiti in questo meraviglioso pianeta.
– Che il trauma non coincide con la l ‘esplosione della pandemia e la fase 2 non è l’uscita dal trauma, perchè il prima e il dopo non sono due tempi staccati, e la paura sperimentata non svanisce con il coraggio della ripartenza ma con la consapevolezza di dover condividere ancora con un intruso.
– Che la sofferenza può smettere di essere tale se riscopriamo o troviamo uno scopo che dia valore alla nostra esistenza, guardando fiduciosi al futuro.
– Che abbiamo una grande libertà, che niente è nessuno potrà mai toglierci, la libertà spirituale di scegliere come reagire di fronte a una situazione che non possiamo cambiare, la libertà di cambiare noi stessi. Non possiamo evitare le sofferenze ma possiamo scegliere come affrontarle, cercando un significato e andando avanti.
– Che in questo momento difficile la cosa più importante è poter essere flessibili e cioè la capacità di essere aperti, di essere presenti e di prendere in mano il timone della propria vita.
– Che questi momenti sono un’occasione da non sprecare per poter fare una introspezione e crescere, migliorare e cambiare come persona….perchè la vita stessa è in continuo cambiamento.
E tu cosa hai imparato da questa esperienza?
Scrivi una tua riflessione nei commenti.
Dott.ssa Alexandra Benincasa
www.psicoterapiafamiliare.com

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