Il benessere psicologico è una cosa seria

 

Freud diceva che “le emozioni inespresse non muoiono mai, restano sepolte vive e usciranno più avanti in un modo peggiore”.
Ecco perché non bisogna meravigliarsi se i vari percorsi online o i grandi eventi, strafighissimi simili a dei concerti, organizzati  dai vari Life-coach, mentalcoach o motivatori non funzionano.

Purtroppo i tentativi di risolvere tutto solo con il “Pensiero Positivo” sono una grande sola, in molti casi un boomerang che ti ritorna dritto in fronte.
Non può esserci una vera e propria crescita personale senza un processo di comprensione di sé, di come si da significato  alla realtà e al proprio mondo interiore.
Non si può raggiungere il proprio benessere attraverso delle ricette spicciole e  universali che vengono dispensate in pacchetti ben confezionati che fungono da specchietto per le allodole.

  1. Sei hai delle difficoltà, problemi relazionali, ansia, attacchi di panico, un senso di angoscia e tristezza che non sai spiegare e che non vuole andar via, se vuoi crescere e cambiare qualcosa nella tua vita, affidati e ricerca persone qualificate e competenti.
    Pensare al proprio benessere e fare di sé stessi una priorità  nella propria lista di doveri è uno degli investimenti più importanti che puoi fare.
    Dott.ssa Alexandra Benincasa

LA PSICOLOGA RISPONDE

LA PSICOLOGA RISPONDE

Perché si ha così paura del Coronavirus?
Perché è un fenomeno sconosciuto, raro e nuovo.

Come fare, allora, per evitare che la paura diventi eccessiva, finendo per danneggiarci?
Atteniamoci sempre ai fatti oggettivi. Analizzare razionalmente i fatti reali , provenienti da fonti ufficiali ed attendibili, ci aiuta a non essere né superficiali né ad avere una paura spropositata.

Perchè mi sento disorientata e ansiosa?
Perchè l’attuale problematica che noi tutti stiamo vivendo ci costringe necessariamente ad attuare dei cambiamenti nella nostra vita, a stravolgere le nostre abitudini e la nostra routine. Il coronavirus ci ha fatto sperimentare da vicino come la vita può essere modificata anche senza la nostra volontà.
Ma il cambiamento fa parte della vita, anzi è una costante della vita. Come viverlo dipende da noi, possiamo subirlo passivamente, lamentandici di tutto quello che non va oppure possiamo sentirlo come una seconda occasione di vita, come un’ opportunità di crescita e consapevolezza. A noi la scelta.

Cosa posso fare per vivere meglio questa emergenza e questa quarantena?
Evitiamo la ricerca compulsiva di informazioni, è controproducente e fa aumentare l’ansia. Introduciamo delle nuove abitudini, ciò renderà più accettabile il cambiamento.
Usiamo il tempo a nostra dispisizione, dedichiamoci a qualche vecchia passione che non riuscivamo a coltivare oppure creiamone delle nuove.
Facciamo un po’ di esercizio fisico.
Dedichiamo un pò di tempo a delle buone letture.
Riscopriamo il nostro talento e miglioriamoci.

Il pensiero di non sapere quando finirà mi angoscia, cosa posso fare?
La cosa più importante è rimanere centrati, presenti nel qui e ora, senza divagare troppo nel passato e nel futuro, torniamo a guardare con entusiasmo le piccole cose della vita. Non perdiamo mai la speranza,cambiamo i nostri pensieri ricordiamoci che prima o poi come tutto è iniziato, tutto finirà. Se possiamo aiutiamo il prossimo, questo aumenterà il nostro senso di comunità che inciderà positivamente sul nostro umore.

Sono preoccupata per i miei figli come posso rendere questa situazione meno pesante?
È importante parlare con i bambini per spiegargli cosa sta realmente accadendo con un linguaggio adatto alla loro età, con parole semplici, con immagini o attraverso il gioco. Altrettanto importante è ascoltarli rispetto alle loro ansie e paure e all”idea che loro si sono fatti di tutta questa situazione. Evitare di sottoporli a un continuo bombardamento di notizie e bollettini allarmanti. Per i teenager che vivono già di loro un cambiamento naturale bisogna accompagnarli in questa nuova situazione, aumentando la loro responsabilità nella gestione del tempo e della giornata magari all’interno di un programma familiare condiviso.

Dott.ssa Alexandra Benincasa

?Nella speranza che queste informazioni possano essere d’aiuto a voi o anche ai vostri amici e familiari potete condividere o invitare i vostri contatti.

?Nel caso in cui si stesse vivendo un particolare disagio legato all’emergenza e si voglia richiedere un sostegno , potete scrivere su Messanger oppure a: alexandra@psicoterapiafamiliare.com
Cell 3387073823
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ANSIA DA CORONAVIRUS

E poi arriva l’edizione straordinaria nel bel mezzo della serata, arriva quella decisione da parte del governo che nessuno avrebbe voluto sentire ed è normale che salga l’ansia ,la paura o il panico.
Ma il vero pericolo non è il Coronavirus, ma la paura del Coronavirus.
Questo continuo rimbalzare dalle notizie dei Tg a quelle della radio e poi dei social crea un clima negativo e di allerta che non aiuta il nostro umore e di conseguenza incide negativamente anche sul nostro sistema immunitario.
Sicuramente il coronavirus non va sottovalutato, non è una banalità, è un virus che ha un rischio e un alto grado di contagiosità… ma non è l’apocalisse!
Non lo fermeremo con il panico ma con l’intelligenza.
Le misure, che potrebbero sembrare rigide, sono state prese per non sovraffollare gli ospedali che non riescono a contenere il numero elevato di contagiati e le terapie intensive insufficienti.
Allora cerchiamo di essere responsabili, aiutiamoci e sosteniamoci l’un l’altro restando tutti a casa.
Cerchiamo di riflettere e di dare una lettura diversa a tutto quello che sta succedendo. Ogni evento, porta con sé degli aspetti positivi, anche se spesso è difficile coglierli.
Questo virus ci ha dato uno STOP, come spesso capita alla singola persona quando si ammala. Spesso ai mie pazienti che hanno un problema come il DAP(disturbo da attacchi di Panico) gli chiedo di riflettere; probabilmente il loro fisico gli sta chiedendo di fermarsi e ascoltarsi, per troppo tempo si sono trascurati o maltrattati.
Allora riflettiamo sulla nostra incapacità di uscire dagli schemi e dalla routine. È bastata un’ ordinanza che andava a rompere le nostre abitudini per mandarci tutti il tilt. Siamo diventati ormai delle piccole macchine, incapaci di pensare e ascoltare ciò che anche il pianeta ci urla da tempo.
Allora fermiamoci, cambiamo il nostro stile di vita e riappropriamoci dei valori che abbiamo dimenticato.
Godiamo delle piccole cose, viviamo il presente, ascoltiamoci, alleniamo la gratitudine e la compassione e ne usciremo tutti più ricchi e forti di prima.
Dott.ssa Alexandra Benincasa

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VIVI SENZA ASPETTATIVE

A sentir parlare gli adulti sono tutti vittime di incomprensioni, si lamentano del compagno/a, degli amici, dei familiari, di essere stati traditi, fraintesi, trascurati, ignorati, in una parola sola “delusi” dall’altro.

Senza rendersi conto che il vittimismo è come un’adolescenza infinita.

Immaturi? Si e anche tanto!

E mentre si sentono soli e delusi dall’umanità intera, il paradosso è che spopolano poi sui social! Così su internet si espone tutto quanto, dalla vita privata alle idee sulla politica, nella realtà regna la diffidenza, la paura e il sospetto.

In raltà quelli di cui non ci fidiamo siamo noi rispecchiati negli altri, è la nostra idea di “noi stessi nella società” a essersi sfaldata.

Ci viene difficile accettare che in noi ci possa essere la compresenza di pregi e difetti, di pensieri contrastanti e comportamenti incoerenti, di conseguenza non siamo in grado di accettarli negli altri.

Spesso ci dimentichiamo che anche noi non siamo perfetti e che non siamo l’amico/a ideale, il marito o la moglie perfetta, anche noi deludiamo e facciamo soffrire…ma ce ne dimentichiamo, e anche in fretta, perchè abbiamo bisogno di mantenere un immagine positiva di noi stessi, ci affrettiamo a mettete nella camera del dimenticatoio tutti quegli aspetti che non ci piacciono e che critichiamo negli altri.

Un atto di maturità che dovremmo compiere è quello di vivere le relazioni per quello che sono e per quello che possiamo trarne in quel momento senza aspettative. Ma per fare questo dobbiamo smontare anche le aspettative che abbiamo su di noi e accettarci per quello che siamo con i nostri pregi e difetti!

Perchè nessuno è perfetto!

Dott.ssa Alexandra Benincasa

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La flessibilità come capacità di adattarsi al mutamento continuo delle cose!

Ciò che al mondo è più flessibile vince ciò che al mondo è più duro”. Lao Tzu

Come in natura è fragile tutto ciò che si irrigidisce, la persona che si fissa su un aspetto finisce per indebolirsi. L ‘elasticità mentale, così come quella fisica, rappresenta uno dei requisiti fondamentali per qualunque prestazione.

Prendi esempio da uno degli elementi più forti in natura, cerca di essere come l’acqua, capace di cambiare il suo stato adattandosi alle circostanze, si fa dura ghiacciata, gassosa e fluida, può essere dolce, salata e velenosa e ancora irruente, calma, limpida o torbida, bollente o gelata. Impara come lei ad adattarti al mutamento continuo delle cose.

Allora allena la tua capacità e predisposione al cambiamento uscendo dalla tua “comfort zone”, esponendoti a situazioni nuove. Inizia a fare proprio ciò che ti spaventa. Evita di ripetere in maniera rigida schemi di azione che hanno avuto successo in passato ma sono inadatti magari alle circostanze presenti. Sei tu il principale responsabile della tua evoluzione. Cambiare rimanendo se stessi, è questo l’atteggiamento giusto!!!

Dott.ssa Alexandra Benincasa

LE LEGGI UNIVERSALI

Ci sono leggi universali alle quali nessuno può sottrarsi, indipendentemente dal nome che si porta, dal potere o soldi che si possiede, una di queste leggi è “la forza di gravità” per esempio, secondo la quale quando cade una penna dalla propria mano questa è attratta verso il basso e finirà a terra sia che la mano sia quella di Brad Pitt o di un nostro amico.Un’altra legge universale è la morte, nessuno può scappare da essa.

Queste leggi sono tante, alcune in particolare andrebbero ricordate poiché sono guide importanti per la nostra crescita.
Mi piace citare questa in particolare che dice:”what you don’t use you lose“, “ciò che non usi lo perdi”. Questo è vero per tanti aspetti che ci riguardano, se per esempio non usiamo più  una gamba o un braccio per tanto tempo, anche anni, questo si atrofizza e non potremo più usarlo, lo perdiamo.

Così funziona anche per i nostri sogni se non li coltiviamo, se non li nutriamo, se non li aumentiamo finiremo per non sognare più. La stessa cosa vale per quanto riguarda la fede, le nostre ispirazioni, la speranza se non la si usa la perderemo!

Un’ altra legge universale, nota anche in molti testi sacri, recita:”quello che semini raccogli“. Quindi se semini male, il tuo raccolto non sarà buono. Se semini semi di zucca non potrai aspettarti di raccogliere delle fragole se è quello che ti aspetti. Se si semina male raccoglierai male. Ma è vero anche il contrario, se semini bene raccoglierai bene, se semini pace raccoglierai pace, se semini amore raccoglierai amore.

E voi cosa state seminando?
Cos’è che non usate più?
Se vi va scrivetelo nei commenti!

Dott.ssa Alexandra Benincasa

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BUONI PROPOSITI ! QUALE STRATEGIA VINCENTE ADOTTARE?

 

 

“la motivazione ci fa partire. L’abitudine ci fa andare avanti”

Jim Rohn

 

 

Settembre è arrivato e si riparte carichi e motivati con la solita lista di buoni propositi. Vuoi abbandonare tutta una serie di cattive abitudini, avere più tempo da dedicare alle tue passioni, ai tuoi progetti e desideri ma lo stress da rientro ti fa tornare presto il cattivo umore. Bastano poche settimane per essere risucchiato dalla solita routine, dagli impegni, ritmi scanditi che fanno sì che i tuoi buoni  propositi rimangano solo dei buoni propositi. Quante altre volte ti è capitato di dire “ da settembre mi metto a dieta” , “ a gennaio mi iscrivo in palestra”. E poi?

E poi si rimanda, si rimanda … si rimanda.

Ora ti svelerò qual è la strategia giusta per mantenere fede ai tuoi buoni propositi, per raggiungere i tuoi obiettivi.

Si dice che la qualità della propria vita dipende dalla qualità delle proprie abitudini. Se una persona vive una vita di successi, allora quella persona ha semplicemente adottato le abitudini ideali per crescere e mantenere quel livello di successo.

Tenuto conto che sono le nostre abitudini a plasmare la nostra vita, è fuori di dubbio che non esista una singola abilità più importante da acquisire e padroneggiare di quella che ci permette di controllarle.

Le abitudini sono comportamenti che si ripetono regolarmente nel tempo fino ad essere eseguite in maniera inconscia. Se non riesci a controllarle saranno le abitudini a controllare te.

I buoni propositi, infatti, altro non sono che l’acquisizione di un’abitudine positiva che si desidera implementare nella propria vita, o la perdita di un’abitudine negativa della quale ci si vuole liberare. Ma secondo le statistiche solo il 5% delle persone riesce a mantenere fede ai buoni propositi. Questo perché la maggior  parte delle persone è priva di una strategia solida per acquisire le nuove abitudini. Si è assuefatti psicologicamente e fisicamente dalle vecchie abitudini e ci si scoraggia  facilmente quando si inizia un nuovo percorso. Spesso si è impazienti.

Secondo la “psicocibernetica” per adottare una nuova abitudine o disfarsi di una vecchia sono necessari almeno 21 giorni, tempo necessario per adattarsi a qualsiasi cambiamento. Meglio se sono 30!

Allora come puoi diventare padrone delle tue abitudini?

Devi sapere che all’inizio, più precisamente i primi 10 giorni, in cui stai cercando di mettere in pratica una nuova abitudine, non appena il senso di novità e l’euforia iniziale si spegneranno e la realtà torna a farsi sentire, sono percepiti come insopportabili, pesanti. Ed è qui che la maggior parte delle persone molla. Sono giorni di resistenza al cambiamento, ogni minimo ostacolo, variante, imprevisto ( per esempio non trovare parcheggio vicino la palestra, un cambio di orario ecc.) diventa un appiglio per mollare tutto o rimandare e ancora rimandare.

Il lato positivo è che ora sai cosa ti aspetta nella fase iniziale, è dura ma ce la puoi fare, ora ne sei consapevole e sai anche che è temporanea. Dopo diventa tutto più facile.

Nella seconda fase ti stai adattando, sviluppi più sicurezza e inizi ad assaggiare i primi benefici della nuova abitudine su cui stai lavorando. Ma fai attenzione, in questa fase si è ancora vulnerabili ed è facile ricadere nei vecchi comportamenti.

Nella terza fase, dopo il 20 giorno, è il periodo del rinforzo positivo in cui si associa il piacere al nuovo comportamento, inizierai a sviluppare un sentimento di orgoglio nei confronti di te stesso per essere arrivato fino a questo punto. Ora percepirai te stesso come qualcuno che “vive” quell’abitudine. Ed è proprio questo piacere che permette di mantenere nel tempo la nuova abitudine. Un altro lato positivo è che quando raggiungi un obiettivo sei più propenso a fissarne un altro, ad alzare asticella e quando arrivi al traguardo conquisti la tua “libertà”.

La libertà di condurre la tua vita nella direzione che tu scegli per diventare la parte migliore di te stesso.

Ora che conosci la strategia vincente tocca a te!

Cosa aspetti!!!

Dott.ssa Alexandra Benincasa

info@psicoterapiafamiliare.com

 

 

 

“La vita comincia laddove finisce la zona di comfort”

Neale Donald Walsh

 

 

LA “VISUALIZZAZIONE” COME STRUMENTO PER MIGLIORARE LA PROPRIA VITA

Guarda le cose come vorresti che fossero invece di come sono” R.Collier                                                

La  paura più profonda non è quella di essere inadeguati, ma di essere potenti oltre misura. E’ la nostra luce, non la nostra ombra a spaventarci di più. Facci caso, quando ti viene voglia di osare, quando senti quella spinta interiore  verso la realizzazione dei tuoi sogni o progetti … immediatamente la tua parte più razionale si mette a lavoro e inizia a tirare il freno a mano, allora inizi a chiederti , chi sono io per riuscirci? Chi sono io per essere brillante e pieno di talento?

In realtà chi sei tu per non esserlo?

Il tuo modo di giocare al ribasso, di  pensare in piccolo, non ti serve, non ti aiuta, anzi ti allontana da te stesso e da ciò che desideri.  Siamo nati tutti per brillare, proprio come i bambini. Siamo nati per manifestare il nostro essere, ciò che è dentro ognuno di noi. E quando sarai capace di splendere, inconsciamente darai agli altri la possibilità di fare altrettanto, sarai un esempio e uno stimolo soprattutto per le persone che ti stanno vicino. Infatti, il dono più grande che possiamo fare alle persone che amiamo è quello di vivere al nostro pieno potenziale

Ti suggerisco un esercizio di “visualizzazione”, che spesso uso  in seduta con i miei pazienti o lo prescrivo come esercizio da svolgere a casa. Questa è una pratica per generare risultati positivi, utilizzata di frequente dagli atleti per migliorare le proprie prestazioni. E’ un processo dove si immagina esattamente ciò che si vuole ottenere o guadagnare per poi compiere mentalmente tutto ciò che è necessario fare per riuscirci davvero. Spero vi sia utile!

Spesso siamo limitati delle nostre visioni poiché sono  rivolte verso il nostro passato, verso ciò che non ha funzionato, verso le nostre delusioni , e non ci sono di alcun aiuto. La visualizzazione creativa invece ti permette di scegliere con quale visione occupare  la mente e di superare le sfide che ti si presentano per avvicinarti sempre di più al successo che hai immaginato e desiderato.  E’ un momento che ti prendi e che dedichi a te stesso,  per concentrarti  e visualizzare te stesso che vivi in armonia con i tuoi sogni e obiettivi.

Per prima cosa, siediti con la schiena dritta in una posizione per te comoda. Respira profondamente. Chiudi gli occhi, sgombra la mente e preparati a visualizzare.

Visualizza solo ciò che desideri davvero. Visualizza i tuoi desideri, quelli che ti cambierebbero la vita. Poi con tutti i sensi osserva, assapora, odora , tocca ogni dettaglio della tua visualizzazione. Più la renderai vivida, più ti sentirai spronato  a compiere quanto necessario per trasformarla in realtà.

Poi  fai un salto in avanti nel futuro e osserva te stesso mentre raggiungi i tuoi risultati e obiettivi ideali. Osserva te stesso mentre ottieni ciò che ti eri prefissato di ottenere e sperimenta quanto ti senti bene ad aver tenuto duro e avercela fatta.

Visualizza te stesso mentre vivi in totale accordo con il tipo di persona che devi necessariamente essere per trasformare la tua visione in realtà. Osservati alle prese con  le azioni positive che avrai bisogno di compiere ogni giorno e assicurati di percepire quanto è piacevole il processo.

Se ripeti questo semplice esercizio ogni mattina, per 5 minuti, in maniera costante,riuscirai presto a  riprogrammare la tua mente al successo. Inizierai a vivere in armonia con la tua visione ideale e a trasformarla in realtà.

Tieni sempre bene a mente che, anche se questa pratica può risultare piacevole o divertente, nella realtà nulla cambia senza l’AZIONE.

Buon lavoro.

Dott.ssa Alexandra Benincasa

LA LIBERTA’ PIU’ GRANDE: LA SCELTA DEL TUO ATTEGGIAMENTO.

“All’uomo si può togliere tutto tranne una cosa, l’ultima delle libertà umane: la scelta del suo atteggiamento personale davanti ad una serie di circostanze”.

Viktor Frankl, uno psichiatra austriaco che è stato imprigionato nei campi di concentramento nazisti, ha detto che “all’uomo si può togliere tutto tranne una cosa, l’ultima delle libertà umane: la scelta del suo atteggiamento personale davanti ad una serie di circostanze”.
Incontriamo anche persone che non sono troppo gradevoli e possono causarci grandi danni. Nella maggior parte dei casi non possiamo farci niente. Ma possiamo scegliere come reagire. Dopo tutto, dentro di noi, in profondità, possiamo venire danneggiati solo da coloro ai quali l’abbiamo permesso.

In questo senso, la legge del karma è molto illuminante. Questo principio buddista fa riferimento alla legge di causa-effetto e indica che le nostre esperienze sono il risultato delle nostre azioni, parole e pensieri. In pratica, tutte le nostre azioni lasciano delle tracce e, nel tempo, producono dei risultati. Raccogliamo ciò che seminiamo.

Azioni, parole e pensieri virtuosi sono semi positivi dai quali raccoglieremo felicità, mentre la violenza, l’odio, l’ignoranza, l’egoismo e il risentimento produrranno solo sofferenza.
Se ogni volta che qualcuno ci dà fastidio ci arrabbiamo, alimenteremo sempre di più la rabbia fino al punto che questa emozione si appropria di noi. Se ogni volta che qualcuno si lamenta seguiamo il suo gioco e ci lamentiamo a nostra volta, finiremo per trasformarci in lamentatori cronici.

Ovviamente, in questo modo non possiamo trovare l’equilibrio emotivo di cui abbiamo bisogno per essere felici.

Il primo passo  è non accettare come verità assoluta i giudizi altrui.
Quello che gli altri dicono di noi non definisce chi siamo. In fondo chi emette giudizi non definisce gli altri, ma sé stesso. Diamoci la possibilità di prendere le distanze da chi ci tratta male.

Il secondo passo è smetterla di cercare di piacere a tutti. Per quanto possiamo cercare di sforzarci, di fare tutto nella maniera più corretta, non potremmo comunque mai piacere a tutti, ci sarà sempre qualcuno che ci giudicherà , che non sarà  d’accordo con le nostre idee, e questo è normale. Fa parte della vita.

La chiave è dentro di noi. Ciò che possiamo fare è essere meno severi con noi stessi. Spesso capita di proiettare sugli altri ciò che sta accadendo nella nostra mente, ma la verità è che gli altri spesso hanno  altre cose a cui pensare, perchè a loro volta sono troppo prese dalla paura di essere giudicate!

Dott.ssa Alexandra Benincasa

IL MUTISMO SELETTIVO

Il Mutismo Selettivo è un disturbo ancora poco conosciuto ed apparentemente raro che colpisce prevalentemente i bambini, nonostante  lo sviluppo e la comprensione del linguaggio siano nella norma e in assenza di disfunzioni organiche, caratterizzato dall’ incapacità di parlare in alcuni contesti sociali. Per esempio il bambino potrebbe presentare il mutismo nel contesto scolastico ed essere molto loquace invece a casa o quando si trova fuori nel cortile con i suoi compagni

Il mutismo selettivo è un atteggiamento di risposta ad un forte stato emotivo legato all’ansia, infatti questa condizione viene classificata come appartenente al gruppo dei disturbi d’ansia .

Esordisce in età pediatrica, quando il bambino inizia il proprio percorso di formazione. Solitamente, la comparsa del disturbo avviene intorno ai quattro anni, quando il bambino inizia a frequentare l’asilo; tuttavia, vi sono anche casi in cui il disturbo si palesa alcuni anni dopo, con l’ingresso alle scuole elementari.

Per superare il problema è necessario oltre che consigliabile per le famiglie rivolgersi ad uno psicoterapeuta, per essere supportati e aiutati  nel miglior modo possibile a gestire le dinamiche relazionali familiari , scolastiche e per produrre quei cambiamenti che possano abbassare i livelli d’ansia e facilitare la risoluzione del sintomo

Tendenzialmente il mio approccio , per i bambini al disotto dei 6 anni è il metodo della “terapia indiretta”, cioè preferisco lavorare con i genitori e magari le insegnanti senza coinvolgere direttamente il bambino.  Questo per evitare “l’etichettamento patologico”, poiché i piccoli percepiscono con sorprendente chiarezza il fatto che i genitori l’abbiano portato da un dottore perché qualcosa in lui non va.

Nel frattempo ecco alcuni consigli utili per i genitori, insegnanti e altre figure di riferimento che ruotano intorno al bambino muto selettivo:

  • Evitare di chiedere costantemente “perché non parli ? ” Questo non lo aiuta, aumenta l’ansia facendolo sentire sotto pressione, perché non è che non vuole  parlare, ma non riesce ad emettere la voce per un meccanismo a lui poco chiaro.
  • Evitare di farlo parlare a tutti i costi. Non abbiate fretta , le parole usciranno quando i livelli d’ansia saranno più bassi e il bambino si sentirà a suo agio nel gestire la sua situazione emotiva interna.
  • Evitare di chiedergli perché in un contesto parla e in un altro no.
  • Evitare di ammaliarlo promettendogli regali o voti alti nel caso parlasse.
  • Evitare assolutamente i ricatti.
  • Evitare le provocazioni.
  • Evitare di eccedere con i rinforzi positivi, evitando clamorosi festeggiamenti nel caso parlasse, proprio per non farlo sentire al centro dell’attenzione che è proprio quello che il bimbo non vuole.

Bisogna sempre ricordarsi che il problema non è il parlare o non parlare, il problema è l’ansia. . Il nostro intento è quello di abbassare l’ansia al fine di portarlo a parlare con un numero di persone sempre più numeroso e in diversi contesti, e questo può accadere solo quando i livelli d’ansia si abbassano.

Non sottovalutate il problema e non dimenticate che è sempre meglio chiedere aiuto ad un esperto!

Dott.ssa Alexandra Benincasa

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